L’immagine della venerata Beata Vergine della Madonna di San Luca, così venerata dalla Città di Bologna, è un’antica icona bizantina, che rappresenta la Vergine mentre indica il Gesù Bambino benedicente che tiene in braccio.
Tale immagine è detta, dal greco, " Odighitria ", cioè che mostra la via vera per la nostra salvezza, appunto Gesù.
La sua origine viene attribuita dalla tradizione popolare all’opera del pennello dell’Evangelista San Luca, ed è giunta a Bologna nel XII secolo; dal 1194 si venera nel santuario sul colle della Guardia.
Una pia tradizione vuole che vi sia stata portata da un pellegrino greco, di nome Teocle, che l’aveva ricevuta a Costantinopoli nella Chiesa di Santa Sofia, con l’indicazione di farla giungere proprio su questo colle.
La devozione dei bolognesi all’immagine della Beata Vergine di San Luca ha una manifestazione particolarmente intensa e popolare nelle annuali celebrazioni che si svolgono nella settimana precedente la festa dell’Ascensione, durante la quale la Sacra Immagine viene trasportata dal suo santuario sul Colle della Guardia alla Chiesa Metropolitana di San Pietro, dove rimane esposta alla venerazione dei fedeli con continue e solenni liturgie.
In questa settimana è consuetudinaria la presenza nella Chiesa Metropolitana di alcuni laici che, indossando come divisa il frac con distintivo d’argento all’occhiello, raccolgono le offerte dei fedeli: sono i confratelli della " Pia Unione dei Raccoglitori Gratuiti nelle Celebrazioni della Beata Vergine di San Luca ".
Tale compito è così singolare, che rende questa Pia Unione unica nel suo genere.
La consuetudine della discesa in città di questa Immagine è molto antica: avviene con continuità dal 1433, quando essendo Vescovo di Bologna il Beato Cardinale Nicolò Alberga fu trasportata processionalmente in città per invocare la fine delle piogge torrenziali che rovinavano i raccolti, facendo presagire una carestia: il maltempo cessò e dopo tre giorni di solenni celebrazioni, riportandola al suo santuario, il Senato bolognese fece voto di ripetere questa processione ogni anno.
Dal 1433 fu stabilito di eseguire la processione in occasione delle " rogazioni minori ", processioni che si facevano durante il triduo precedente la festa dell'Ascensione per invocare la protezione divina sulle campagne e sul bestiame.
Il compito dell'organizzazione di questo evento fu affidato ad una confraternita laicale: la " Compagnia dei Devoti dello Spedale di S. Maria della Morte ", così chiamata perché i confratelli si dedicavano all’assistenza dei condannati a morte, oltre che dei carcerati e degli infermi.
Questa Compagnia, che era stata fondata il 13 luglio 1336, ebbe nei secoli un notevole sviluppo, potendo contare tra i propri confratelli anche gli esponenti delle più importanti famiglie cittadine e gestendo un proprio ospedale e svariate opere di carità, cui poteva soppe grazie all'ingente patrimonio formatosi con lasciti e donazioni.
La Compagnia dal 1436 fu strutturata in due rami: la compagnia larga dell'ospedale e la compagnia stretta dell'oratorio i cui membri, che avevano frequentato la " scuola di conforteria " erano specificamente preparati e dediti all'assistenza ed al conforto spirituale dei condannati a morte e nel 1576 ricevettero addirittura il privilegio pontificio di poter liberare un condan a morte a loro istanza nel giorno di S. Rocco.
Nel 1510 il Cardinale Alidosi, legato di Bologna, confermò alla Compagnia dell'Ospedale della Morte il diritto di custodire l'immagine della Madonna di San Luca e di organizzarne il culto pubblico.
Nel 1586 il pontefice Sisto V, con proprio breve, la elevò al rango di Arciconfraternita.
L’organizzazione dell’annuale discesa ( comunemente chiamata " viaggio " ) dell’Immagine della Madonna di San Luca costituiva il più importante avvenimento dell’attività dell’Arciconfraternita, che nel corso dei secoli aveva via via cristallizzato precise regole e com per il suo svolgimento, cui si atteneva scrupolosamente, gelosa di non vedere mai in alcun modo sminuiti i privilegi e diritti acquisiti nel tempo, tanto più importanti in quan essendo relativi al culto della veneratissima Patrona dell'Arcidiocesi, costituivano elemen di indiscutibile prestigio.
A questo proposito è illuminante una controversia sorta nel 1780, dettagliatamente riferi con lo stile involuto e ridondante dell’epoca da Antonio Franchi " pubblico Notaio collegiate di questa città e segretario dell'Arciconfraternita" nel suo verbale riportato nel " Li delle Congregazioni dello Spedale della Morte ".
L'argomento era sicuramente delicato ed importante vista la presenza in assemblea della totalità degli amministratori dello Spedale, il cui elenco costituisce, come rilevato più sopra, una scelta rappresentanza della élite cittadina contemporanea: si trattava di acconsentire o meno ad una richiesta del Cardinale Gioannetti, che aveva dell’incredibile agli occhi di questi signori in quel secolo, una cosa che nemmeno il famoso Cardinal Lambertini, che era anche diventato Papa, non aveva mai ritenuto di dover chiedere.
L’Arcivescovo chiedeva addirittura che il Priore della Morte rinunciasse, a favore di un sacerdote, a porre la propria mano su uno dei bastoni che reggevano la Sacra Immagine, nel momento in cui con questa veniva impar la benedizione.
Questo gesto era una chiara manifestazione del prestigio ed autorità della Confraternita, la cui perdita poteva presupporre anche quella di tutti gli altri diritti.
Era cosa da fermare sul nascere, anche con ricorso al Cardinal Legato e a costo di iniziare un processo davanti alla Sede Apostolica.
L’Arcivescovo Gioannetti dovette sentirsi convinto dalla replica degli " Ill.mi Signori Ufficiali Governatori dell’Arciconfraternita " perché non si torna più in argomento nei successivi verbali.
Il Priore poneva la mano sul bastone che reggeva l’immagine, ma essa era trasportata da sacerdoti, per tradizione regolari: fino al 1669 i Gesuati, poi, soppresso questo ordine da Clemente IX, l’Arciconfraternita indisse un concorso cui parteciparono vari ordini religiosi e che vide preferire per questo compito i Canonici Regolari Lateranensi di S. Giovanni in Monte, che lo assolsero ufficialmente sino alla loro soppressione ad opera delle leggi napoleoniche nel 1797.
Nel 1815 l’Arciconfraternita venne soppressa ed il Conte Domenico Levera ebbe la ventura di esserne l’ultimo Priore.
I mutamenti politici portati dalle truppe francesi portarono, fra l’altro, alla soppressione nel 10 marzo 1797 della " Congregazione dei Canonici Regolari Lateranensi di S. Giovanni in Monte ", i cui membri dal 1669 trasportavano la portantina con l’immagine della Madonna.
L’Arciconfraternita fu sciolta ed il 9 luglio 1798 la Municipalità di San Domenico ne assunse le rendite.
Nel frattempo, dopo l’abolizione dei titoli nobiliari e la loro sostituzione con il titolo unico di " cittadino ", era cambiato anche il calendario ed ui vecchi mesi del calendario gregoriano erano stati sostituiti con quelli rivoluzionari.
In maniera indiretta, inoltre, veniva tolto il necessario sostegno finanziario a tutte le manifestazioni pubbliche di culto solenne, che anche se non vietate esplicitamente, venivano rese di fatto impossibili.
Nel 1798 il viaggio della Madonna di san Luca avvenne sotto la direzione e la responsabilità dell’Arcivescovo e senza processioni in città, aveva permesso di superare l’ostacolo della soppressione delle confraternite e degli ordini religiosi e quello delle leggi limitative del culto religioso, instaurando una prassi di festeggiamenti in tono minore e ristretto all’interno delle chiese, che poteva convivere con le restrizioni governative riguardo alla imposta mancanza di pubblicità per il culto.
Il 30 giugno del 1799 gli austriaci entrano in Bologna da Porta San Felice, mentre i Francesi ne escono da Porta Santo Stefano; il 2 luglio 1799 si cantò in San Pietro un " Te Deum " di ringraziamento.
Fu abolito il titolo di " cittadino ", furono abbattuti gli stemmi repubblicani ed i mesi dell’anno ripresero i nomi tradizionali.
Anche la Chiesa bolognese iniziò un graduale ritorno all’esercizio della propria attività senza imposizione di costrizioni, ma i beni degli istituti religiosi erano stati alienati a terzi od incamerati dal Governo ed adibiti ad usi diversi.
Alessandro Zanetti, orafo, che per lunghi anni si preoccupò di organizzare la raccolta anche fuori dalla chiesa con i confratelli e così, grazie alla loro disponibilità ed abnegazione nacquero i " Raccoglitori della Madonna di San Luca ".
Successivamente alla cacciata dei francesi da Bologna, ad opera dell'esercito austriaco, il 2 luglio 1799, la Madonna scese nel novembre 1799 e nel marzo del 1800, per riprendere poi il viaggio in occasione delle Rogazioni Minori il 17 maggio 1800.
In occasione dell'annuale viaggio, i Raccoglitori accompagnavano le processioni con la Beata Vergine di San Luca dal Monte della Guardia ed in Città ed oltre ad effettuare la questua nella Cattedrale, un gruppo di essi provvedeva anche a visitare le case e le botteghe della città per la raccolta di offerte.
Il Card. Carlo Oppizzoni, rientrato dalla prigionia napoleonica, si adoperò per riorganizzare la Diocesi bolognese e le funzioni in onore della Madonna di San Luca e con esse anche la partecipazione dei raccoglitori, concedendo agli stessi, nel lungo episcopato, due regolamenti ed anche la pubblicazione del loro elenco sul " Diario Ecclesiastico " diocesano.
Il primo regolamento del 18 maggio 1821 prevedeva trenta persone, non troppo anziani né giovani, di buon portamento e che almeno un quarto non avessero impegni di lavoro onde consentire il servizio in modo regolare ed escludeva qualsiasi ingerenza dei raccoglitori nelle funzioni, cosa di cui furono sempre ligi e rispettosi.
Il secondo regolamento è del 1° dicembre 1841 e pur mantenendo il numero dei raccoglitori in trenta, ne prevede fino a sei soprannumerari, ed oltre al Capo anche un Vice Capo ed un Segretario.
L’abito per il servizio in chiesa deve essere nero come i calzoni.
I raccoglitori, nominati sempre dall'Ordinario, conservano i requisiti di età e di condizione già regolamentati precedentemente e devono essere scevri da qualsiasi eccezione in punto di morale e religiosa condotta.
Con lo Statuto-
Regolamento del 15 febbraio 1897, i membri divennero trentasei, tutti effettivi e scomparvero i soprannumerari; vennero previsti gli incarichi di Presidente e Vice-
presidente e per il raccoglitore troppo anziano la possibilità di divenire " onorario "; venne prescritto l'uso esclusivo dell'abito con giacca, gilet e calzoni di colore nero e cravatta a nodo.
Con il trascorrere del tempo, il servizio della raccolta m chiesa ebbe forti condizionamenti a causa delle professioni e degli impegni negli uffici o nelle aziende dei membri, che ebbero difficoltà per il reperimento del tempo necessario al servizio.
Il 5 ottobre 1925 il Card. Giovanni Battista Nasalli Rocca approvò un nuovo Statuto -
Regolamento, composto di trenta articoli, dove si prevedeva, in sintesi, che il numero dei raccoglitori fosse di cinquanta; la direzione fu affidata ad un consiglio direttivo di sette persone: presidente, vicepresidente, segretario e quattro ispettori; le proposte per i nuovi membri erano sottoposte all'esame del consiglio direttivo, così come l'esclusione degli indegni; la nuova ammissione deve essere comunicata a tutti i membri per eventuali obiezioni; le condizioni di età, moralità e condizione sociale rimangono inalterate; venne istituito il ruolo dei soci " onorari " per coloro che per motivi di età o di salute non potessero più prestarsi alla raccolta; venne accordata la possibilità di dispensa temporanea dalla raccolta, prevista per almeno otto ore.
Venne, inoltre, confermato l'abito e previste le borse in cuoio uniformi e numerate e il distintivo da portarsi all'occhiello del bavero, nonché il divieto di farsi sostituire da persone non appartenenti alla Pia Unione e la celebrazione di una messa di suffragio per il decesso di un raccoglitore e l'annuale pellegrinaggio alla Basilica di San Luca con messa a suffragio di tutti i raccoglitori defunti.
Fu questo Cardinale che appellò i raccoglitori gratuiti con il titolo di " Cavalieri della Madonna ".
Il Cardinale Giacomo Biffi il 4 novembre 1987 approvò le nuove norme sulla Pia Unione dei Raccoglitori gratuiti nelle Celebrazioni della Beata Vergine di S. Luca, composte da uno statuto di n° 21 articoli e da un regolamento di 16, che così si riassumono:
- il numero è sempre di cinquanta, con l'espressa previsione di incompatibilità con l'appartenenza ad associazioni contrarie alla Dottrina della Chiesa,
- i consiglieri eletti per quattro anni, in numero di sette, non possono essere rieletti due volte consecutive alla stessa carica,
- il limite minimo di servizio è portato a dodici ore
- è prevista la figura di un assistente ecclesiastico nominato dall'Ordinario ( per consuetudine l'Economo Diocesano ),
- viene fissata nella terza domenica di ottobre la data del pellegrinaggio alla Basilica di San Luca,
- viene confermato l'abito, previsto il divieto di usarlo fuori della raccolta e l'obbligo di distribuire unicamente le immaginette assegnate dalla Commissione Arcivescovile per le celebrazioni e riconfermato il divieto di ingerenza nelle funzioni ecclesiastiche.
Viene previsto un apposito distintivo per la partecipazione ad attività diverse dal servizio istituzionale di raccolta in Cattedrale, che è costituito da un cordone intrecciato nei colori bianco e azzurro da portare al collo, con fiocco pendente sulla schiena, cui è appesa sul davanti una placca rotonda dorata, su cui inserire il distintivo d'argento portato durante la raccolta.
La celebrazione nel 1999 del bicentenario di fondazione della Pia Unione, conse della puntuale e dettagliata rievocazione della sua storia, che era stata da sempre trascurata e dimenticata, ha riportato nei Confratelli nuovo fervore ed una rinnovata aspi ad una più sentita vita associativa.
L’aggiornamento dello Statuto ne è il primo e più importante frutto, scaturito da numerose riunioni dell’assemblea dei Raccoglitori.
Da ultimo è stato enfatizzato il valore spirituale del servizio di raccolta delle of ciò si realizza con una preghiera individuale all'inizio ed alla fine del turno di rac in cui ognuno offre il proprio servizio per una intenzione comune indicata a tutti i Raccoglitori dal Consiglio direttivo, intenzione che in questo quinquennio è sempre stata " secondo le particolari intenzioni del nostro Arcivescovo ".
L'offerta di questo gesto come preghiera era già comune a tutti i Raccoglitori, ma renderlo univoco nella intenzione contribuirà certamente a rafforzare il legame spirituale.
Il 13 giugno 2008 è stato approvato dal Card. Carlo Caffarra lo statuto attuale formato da n.32 articoli, durante la Presidenza dell’Avv. Paolo Bonetti.
Da ultimo si è ripresa una nota di colore che risale veramente ai tempi antichi, cioè all'epoca della Arciconfraternita di Santa Maria della Morte, i cui legami con la nostra Pia Unione sono ben illustrati nel Proemio costitutivo dello Statuto: questo sodalizio, come testimoniano i verbali, concludeva le proprie adunanze distribuendo fra i partecipanti una ciambella, da interpretarsi come gesto di condivisione e fraternità cri valori fondanti di ogni confraternita.
Di qui la scelta, che si spera possa diventare una tradizione sentita ed immancabile, di terminare i pranzi comunitari ( attualmente quelli in occasione del pellegrinaggio al Santuario di San Luca e quello del ritiro all'inizio della Quaresima ) con la distribuzione di questo antico dolce, che attualmente, e si auspica che continui così, è sempre offerto dal Presidente pro-
tempore.
Nella sua opera " Bologna che scompare ", affresco della vita bolognese tra gli anni 1850 e 1888, Alfredo Testoni noto commediografo bolognese autore tra l'altro della celebre commedia " Il Cardinale Lambertini ", parlando della processione della Madonna di San Luca cita un Raccoglitore gratuito evidentemente molto noto nella Bologna dell'epoca: il signor Luigi Bartolomasi.
Ecco cosa ne scrive: "... Era un buonissimo uomo, conosciuto da tutti e che tutti cono Egli salutava, si può dire, ogni persona e molti facevano volentieri l’elemosina del soldo, solo perchè chi lo chiedeva era èl sgner Luvigien Bartolomasi e anche perché ricevevano da lui un’immagine della Madonna, stampata su carta molto modesta ".
Allora la preghiera che rivolgiamo alla Beata Vergine di San Luca nostra Patrona è che, vivendo con rinnovato fervore, aiutati in ciò sia dal nuovo Statuto che dalle nuove piccole iniziative descritte, il nostro servizio nella Pia Unione, si possa dire anche di ciascuno di noi quanto il Testoni ha scritto del nostro confratello Luigi Bartolomasi.